Il nuovo Cluetrain Manifesto: istruzioni per il web 3.0

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Il nuovo Cluetrain Manifesto: istruzioni per il web 3.0

Chiunque abbia in qualsiasi modo a che fare con la comunicazione online, deve tenere in debito conto – per non dire, conoscere a memoria! – le indicazioni del Cluetrain Manifesto.

Cos’è il Cluetrain Manifesto?

E’ un documento suddiviso in 95 tesi (non a caso come quelle di Lutero), scritto nell’ormai lontano 1999 da un gruppo di comunicatori, in cui sono raccolti una serie di indizi di quello che sarebbe diventato il web negli anni successivi.

Molti dei concetti espressi nel manifesto sono diventati la Bibbia di chi lavora nel web marketing. Concetti come “i mercati sono conversazioni”, che nel 1999 potevano ancora sembrare pura fantascienza, sono oggi una realtà quotidiana per chiunque abbia accesso al web (quindi praticamente per chiunque!).

Gli autori avevano colto, con una lucidità e una “preveggenza” sorprendente, il livello di rivoluzione che il web 2.0 avrebbe portato a tutti i livelli: non solo economico ma anche sociale e culturale.

16 anni dopo, è stato pubblicato il nuovo Cluetrain Manifesto.

new cluetrain manifesto

Questa volta sono 121 tesi, nelle quali David Weinberger e Doc Searls, due degli autori del precedente manifesto, tornano a parlare del futuro del web e di come approcciarsi al meglio.

 

Sono tutte in inglese ma non preoccuparti: io le ho tradotte per te!

 

Ecco il testo del Nuovo Cluetrain Manifesto (i grassetti sono miei):

 

Ascolta, O Internet.

Sono passati sedici anni dalla nostra precedente comunicazione .

In questo periodo, il Popolo di Internet – tu, io e tutti i nostri amici di amici di amici, fino all’ultimo Kevin Bacon – hanno fatto di Internet un posto meraviglioso, pieno di meraviglie e prodigi.

Dall’argomento serio al lol al wtf , abbiamo visto crollare colossi, creare eroi, e cambiato le assunzioni di base su Come Funzionano le Cose e Chi Siamo.

Ma ora tutto il buon lavoro che abbiamo fatto insieme deve affrontare pericoli mortali.

Quando siamo venuti davanti a voi la prima volta, è stato per mettervi in guardia dalle minacce poste da coloro che non avevano capito di non aver capito Internet.

Questi sono gli Sciocchi, le aziende che hanno semplicemente adottato le trappole di Internet.

Ora altre due orde minacciano tutto quello che abbiamo costruito l’uno per l’altro.

I Predoni capiscono l’Internet fin troppo bene. Lo vedono come il loro territorio da saccheggiare, estraendoci i nostri dati e soldi, pensando che siamo degli  stupidi.

Ma la più pericolosa di tutte è la terza orda: Noi.

Un’orda è una massa indifferenziata di persone. Ma la gloria di Internet è che ci permette di connetterci come individui diversi e distinti.

Tutti amiamo i divertimenti di massa. Cavolo, la TV è diventata una figata di questi tempi, e la Rete ci permette di guardarla quando vogliamo. Fantastico.

Ma dobbiamo ricordarci che mostrarci i mass media è l’ultimo dei poteri della Rete.

Il Super-potere della Rete è la connessione senza permessi. Il suo potere onnipotente è che possiamo farne ciò che vogliamo.

Quindi non è il momento di riposarsi e consumare quel cibo spazzatura (così gustoso!) creato dagli Schiocchi e dai Predoni, come se il nostro lavoro fosse fatto. E’ il momento di soffiare sul fuoco della Rete e trasformare ogni istituzione che vorrebbe farci fessi.

Una dissezione di Internet, un organo alla volta, è già ben avviata. Non commettere errori: con un tratto di penna, una stretta di mano segreta, o consentendo ai meme di soffocare le grida degli afflitti, possiamo perdere l’Internet che amiamo.

Veniamo a voi dagli anni in cui il Web cominciava. Siamo diventati vecchi insieme su Internet. C’è poco tempo.

Noi, il popolo di Internet, dobbiamo ricordare la gloria della sua rivelazione in modo da reclamarlo ora in nome di ciò che è veramente.

 

 

Una volta eravamo giovani nel Giardino …

 
 

a. Internet siamo noi, collegati.

1. Internet non è fatto di filo di rame, fibra di vetro, onde radio, o anche tubi.

2. I dispositivi che utilizziamo per la connessione a Internet non sono l’Internet.

3. Verizon, Comcast, AT & T, Deutsche Telekom, e中国电信non possiedono Internet. Facebook, Google, e Amazon non sono monarchi della Rete, e non lo sono neppure i loro tirapiedi o algoritmi. Né i governi della Terra, né le loro associazioni di categoria hanno il consenso della rete per cavalcare la Rete come sovrani.

4. Internet è in comune e senza proprietari.

5. Internet deriva tutto il suo valore da noi e da quello che abbiamo costruito su di esso.

6. La Rete è nostra, proviene da noi, è per noi.

7. Internet è  nostra.

 
b. Internet è nulla e non ha scopo.
 
8. Internet è una cosa non più di quanto lo sia la forza di gravità. Entrambe ci tengono insieme.
 
9. Internet è una non-cosa. Alla base di Internet c’è una serie di accordi, che i geek tra noi (a lungo possano i loro nomi essere santificati) chiamano “protocolli”, ma che potremmo, a seconda di come ci gira, chiamare anche “comandamenti”.
 
10. Il primo tra questi è: la tua rete sposterà tutti i pacchetti il più vicino possibile alle loro destinazioni senza che ci sia favore o ritardo basato sull’ origine, la provenienza, il contenuto, o l’intento.
 
11. Perciò questo primo comandamento lascia aperta Internet ad ogni idea, applicazione, business, ricerca, vizio, e quant’altro.
 
12. Non c’è mai stato uno strumento con un obiettivo così generale da quando è stato inventato il linguaggio.
 
13. Ciò significa che Internet non è avocata a nulla in particolare. Non per il social networking, non per i documenti, non per la pubblicità, non per affari, non per l’educazione, non per il porno, non per nulla. È progettato specificamente per tutto.
 
14. Ottimizzare Internet per un unico scopo lo de-ottimizza per tutti gli altri.
 
15. Internet, come la gravità, è indiscriminato nella sua attrazione. Ci tiene tutti insieme, i virtuosi e i cattivi allo stesso modo.

 

c. La Rete non è contenuto.

16. Ci sono ottimi contenuti su Internet. Ma, Santa Madre dei formaggi, Internet non è fatto di contenuti.
 
17. La prima poesia di un adolescente, la felice pubblicazione di un segreto tenuto troppo a lungo, un bello schizzo disegnato da una mano paralitica, un blog post in un regime che odia il suono delle voci della sua gente: nessuna di queste persone si è seduta per scrivere contenuti.
 
18. Abbiamo usato la parola “contenuto” senza virgolette? Ci sentiamo così sporchi!

 

d. La Rete non è un mezzo.

19. La Rete non è un mezzo più di quanto una conversazione sia un mezzo.
 
20. In Rete, noi siamo il mezzo. Noi siamo quelli che muovono i messaggi. Lo facciamo ogni volta che postiamo o ritweetiamo, inviamo un link in una e-mail, o pubblichiamo  su un social network.
 
21. A differenza di un mezzo, tu ed io lasciamo le nostre impronte digitali, e a volte segni di morsi, sui messaggi che diffondiamo. Diciamo alla gente perché lo stiamo inviando. Ci litighiamo. Aggiungiamo uno scherzo. Tagliamo la parte che non ci piace. Rendiamo nostri questi messaggi.
 
22. Ogni volta che muoviamo un messaggio attraverso la Rete, questo porta una piccola parte di noi con sé.
 
23. Muoviamo un messaggio attraverso questo mezzo solo se è importante per noi in uno degli infiniti modi con cui gli esseri umani si interessano a qualcosa.
 
24. L’interesse – che la cosa importi – è la forza motrice di Internet.

 

e. Il Web è World Wide.

25. Nel 1991, Tim Berners-Lee utilizzò la Rete per creare un dono che ha dato liberamente a tutti noi: il World Wide Web. Grazie.
 
26. Tim ha creato il Web fornendo protocolli (ancora quella parola!), che dicono come scrivere una pagina che può collegare a qualsiasi altra pagina senza bisogno del permesso di nessuno.
 
27. Boom! Entro dieci anni abbiamo avuto miliardi di pagine sul Web – uno sforzo congiunto delle dimensioni di una guerra mondiale, eppure così benigno che il problema maggiore è stato il <blink> tag.
 
28. Il Web è un reame incredibilmente grande, semi-permanente, fatto di oggetti rilevabili nelle loro dense interconnessioni.
 
29. Questo suona familiare? Oh, sì, questo è quello che è il mondo!
 
30. A differenza del mondo reale, ogni cosa e ogni connessione sul Web sono state create da qualcuno di noi nell’esprimere un interesse e una ipotesi su come quei piccoli pezzi vadano insieme.
 
31. Ogni link di una persona con qualcosa da dire è un atto di generosità e di altruismo, l’offerta ai nostri lettori di lasciare la nostra pagina per vedere come è il mondo secondo qualcun altro.
 
32. Il Web ricrea il mondo secondo la nostra emergente immagine collettiva.

 

 

Ma come ci siamo allontanati, sorelle e fratelli …

 

a. Come abbiamo permesso che le conversazioni venissero armate?

33. E ‘importante notare ed apprezzare il linguaggio, l’amicizia, i mille atti di simpatia, gentilezza e gioia che incontriamo su Internet.
 
34. Eppure sentiamo le parole “checca” e “negro” molto più in rete che fuori.
 
35. La demonizzazione dell'”altro” – le persone con sguardi, lingue, opinioni, iscrizioni e altri gruppi che non capiamo, che non ci piacciono, o non tolleriamo – è la peggiore di sempre su Internet.
 
36. Le donne in Arabia Saudita non possono guidare? Nel frattempo, la metà di noi non può parlare in rete, senza doversi guardare le spalle.
 
37. L’odio è presente in rete, perché è presente nel mondo, ma la rete lo rende più facile da esprimere e da ascoltare.
 
38. La soluzione: se avessimo una soluzione, non staremmo qui a disturbarti con tutti questi maledetti indizi.
 
39. Possiamo dire questo: l’odio non ha creato la Rete, ma sta ostacolando la Rete – e noi.
 
40. Dobbiamo quanto meno riconoscere che la Rete ha dei valori impliciti in sé. I valori umani.
 
41. Vista con freddezza la Rete è solo tecnologia. Ma è popolata da creature che la riscaldano con quello di cui si interessano: le loro vite, i loro amici, il mondo che condividiamo.
 
42. La Rete ci offre un luogo comune dove possiamo essere ciò che siamo, con altri che si deliziano nelle nostre differenze.
 
43. Nessuno possiede quel posto. Tutti possono usarlo. Chiunque può migliorarlo.
 
44. Questo è ciò che un Internet aperto è. Sono state combattute guerre per meno.
 

b. “Siamo d’accordo su tutto. Ti trovo affascinante!”

 
45. Il mondo si estende davanti a noi come un buffet, ciononostante restiamo incollati alla nostra bistecca con patate, agnello e hummus, pesce e riso, o qualsiasi altra cosa.
 
46. Facciamo questo in parte perché la conversazione richiede un terreno comune: una lingua comune, interessi, norme, comprensione. Senza questi, è difficile o addirittura impossibile avere una conversazione.
 
47. Terreni condivisi generano tribù. Il terreno solido della Terra ha mantenuto le tribù a distanza, permettendo loro di sviluppare ricche  differenze. Rallegratevi! Le tribù danno luogo a “Noi contro Loro” e alla guerra. Rallegratevi? Non tanto.
 
48. Su Internet, la distanza tra tribù è zero.
 
49. Apparentemente, sapere come trovare qualcun altro di interessante non è così facile come sembra.
 
50. Questa è una sfida che possiamo fronteggiare essendo aperti, comprensivi e pazienti. Possiamo farlo, ragazzi! Siamo  i numeri 1! Siamo i numeri 1!
 
51. Essere accoglienti: c’è un valore che la Rete deve imparare dalle migliori culture del nostro mondo reale.
 

c. Il marketing, ancora una volta, rende più difficile parlare.

52. Avevamo ragione la prima volta: i mercati sono conversazioni.
 
53. Una conversazione non è il vostro business che ci tira per la manica per imbonirci con un prodotto di cui non vogliamo sentir parlare.
 
54. Se vogliamo conoscere la verità sui vostri prodotti, lo scopriremo da qualcun altro.
 
55. Lo capiamo che queste conversazioni sono incredibilmente preziose per voi. Peccato. Sono le nostre.
 
56. Siete i benvenuti a partecipare alla nostra conversazione, ma solo se ci dite per chi lavorate, e se potete parlare per voi stessi e come voi stessi.
 
57. Ogni volta che ci chiamate “consumatori”, ci sentiamo come mucche che cercano la parola “carne”.
 
58. Smettete di frantumare le nostre vite per estrarre dati che non sono affari vostri e che le vostre macchine fraintendono.
 
59. Non preoccupatevi: vi diremo quando siamo nel mercato in cerca di qualcosa. A modo nostro. Non vostro. Fidatevi: questo sarà un bene per voi .
 
60. Annunci che suonano umani, ma provengono dall’intestino irritabile del vostro reparto marketing, macchiano il tessuto del Web.
 
61. Quando la personalizzazione di qualcosa è da brividi, è un buon indizio che non capite cosa vuol dire essere una persona.
 
62. Personale è umano. Personalizzato non lo è.
 
63. Più le macchine sembrano umane, più scivolano giù nella valle misteriosa dove tutto è uno spettacolo da brividi.
 
64. Inoltre: per favore, smettete di vestire gli annunci come delle notizie nella speranza che non notiamo il piccolo disclaimer che pende dalle loro mutande.
 
65. Quando inserite un “annuncio nativo“, state erodendo non solo la vostra affidabilità, ma anche l’affidabilità di tutto questo nuovo modo di essere uno con l’altro.
 
66. E, a proposito, che ne dite di chiamare gli “annunci nativi” con uno dei loro veri nomi: “product placement”, “advertorial,” o “notizia fottutamente falsa”?
 
67. I pubblicitari sono andati avanti senza essere inquietanti per generazioni. Possono continuare a non esserlo anche in Rete.
 

d. Il Gitmo della Rete.

 
68. Tutti noi amiamo le nostre lucide applicazioni, anche quando sono sigillate quanto una base lunare. Ma mettete tutte le applicazioni chiuse al mondo insieme e avrete una pila di applicazioni.
 
69. Mettere tutte le pagine web insieme e avrete un nuovo mondo.
 
70. Le pagine Web sono per la connessione. Le apps sono per il controllo.
 
71. Come ci muoviamo dal Web a un mondo a base di app, perdiamo le basi comuni che stavamo costruendo insieme.
 
72. Nel Regno delle Apps, ci sono utenti, non costruttori.
 
73. Ogni nuova pagina rende il Web più grande. Ogni nuovo link rende il Web più ricco.
 
74. Ogni nuova applicazione ci dà qualcosa da fare sul bus.
 
75. Ahi, che colpo basso!
 
76. Hey, “ColpoBasso” farebbe una nuova grande app! Ha “acquisti in app” scritto dappertutto!
 

e. La gravità è una gran cosa fino a quando non ci succhia tutti dentro a un buco nero.

77. Applicazioni non-neutrali costruite sopra la Rete (che è neutrale) stanno diventando inevitabili quanto la forza attraente di un buco nero.
 
78. Se Facebook è la vostra esperienza della Rete, allora vi siete legati in testa gli occhiali di un’azienda che ha la responsabilità fiduciaria di impedirvi di togliervi quegli occhiali.
 
79. Google, Amazon, Facebook, Apple sono tutti nel settore occhiali. La verità più grande che i loro occhiali oscurano: queste aziende vogliono ingabbiarci allo stesso modo in cui i buchi neri ingabbiano la luce.
 
80. Queste singole aziende sono pericolose non perché sono il male. Molte di loro, infatti, si impegnano in un comportamento civico piuttosto notevole. Dovrebbero essere applaudite per questo.
 
81. Ma beneficiano della gravità della socialità: l’ “effetto rete” è quella cosa per cui un sacco di persone usano qualcosa perché un sacco di persone la usano.
 
82. Dove non ci sono alternative competitive, dobbiamo essere ipervigilanti nel ricordare a questi Titani della Valley i valori della Rete che all’inizio li hanno ispirati.
 
83. E poi abbiamo bisogno di onorare il suono che facciamo quando qualcuno di noi coraggiosamente si allontana da loro. E ‘qualcosa tra il rumore di un razzo che lascia la piattaforma di lancio e lo strappo del velcro quando si slaccia un vestito troppo stretto.
 

f. Privacy in un’epoca di spie.

 
84. Ok, governo, hai vinto. Hai i nostri dati. Ora, che cosa possiamo fare per assicurarci che li utilizzerai contro di Loro e non contro di Noi? In effetti, qual è la differenza?
 
85. Se vogliamo che il nostro governo faccia un passo indietro, il patto deve essere che se – quando – arriva il prossimo attacco, non ci possiamo lamentare che avrebbero dovuto sorvegliarci di più.
 
86. Uno scambio non è equo se non sappiamo a cosa stiamo rinunciando. Hai sentito, compromesso “Security for Privacy”?
 
87. Con una probabilità che si avvicina alla certezza assoluta, a breve saremo molto dispiaciuti per non aver fatto di più per tenere i dati lontani dalle mani dei nostri governi e dei padroni aziendali.
 

g. Privacy in un’epoca di donnole.

 

88. La privacy personale va bene per coloro che la vogliono. E tutti noi tracciamo la linea da qualche parte.
 
89. D: Quanto tempo pensi ci vuole per una cultura pre-Web per capire dove tracciare la linea? A: Quanti anni ha questa cultura?
 
90. Il Web è appena uscito dall’adolescenza. Siamo all’inizio, non alla fine, della questione della privacy.
 
91. Possiamo capire cosa significa essere privato solo dopo aver capito che cosa significa essere sociale. E abbiamo appena iniziato a reinventare questo concetto.
 
92. Gli incentivi economici e politici per toglierci i pantaloni e alzarci le gonne sono così forti che sarebbe saggio investire in biancheria intima di alluminio.
 
93. Gli hacker ci hanno portato a questo e gli hacker dovranno tirarcene fuori.

Costruire e piantare 

 

a. Kumbiyah suona sorprendentemente bene in una cassa di risonanza.

 

94. Internet è stupefacente. Il Web è impressionante. Tu sei stupendo. Colleghiamoci tutti insieme e siamo più follemente stupefacenti di Jennifer Lawrence. Questi sono semplici fatti.
 
95. Quindi cerchiamo di non minimizzare ciò che la Rete ha fatto negli ultimi 20 anni:
 
96. C’è molta più musica in tutto il mondo.
 
97. Ora creiamo la maggior parte della nostra cultura per noi stessi, con incursioni occasionali in un cinema per qualcosa di esplosivo e un pacco al nichel di popcorn da 9 dollari .
 
98. I politici ora devono spiegare le loro posizioni ben oltre quell’unica pagina del “position paper” che erano abituati a ciclostilare.
 
99. Per tutto ciò che non capisci puoi trovare una spiegazione. E una discussione a riguardo. E un dibattito in merito. Non è chiaro quanto questo sia impressionante?
 
100. Volete sapere cosa comprare? L’azienda che crea un oggetto del desiderio è ora la peggiore fonte di informazioni su di esso. La fonte migliore è tutti noi.
 
101. Volete ascoltare un corso di livello universitario su una materia che vi interessa? Googlate quell’argomento. Fate la vostra scelta. Gratuitamente.
 
102. Sì, Internet non ha risolto tutti i problemi del mondo. 
 
103. Gli oppositori a Internet ci mantengono onesti. E’ solo che ci piacciono di più quando non sono ingrati.
 
 

b. Un taschino pieno di omelie.

104. Stavamo andando a dirvi come risolvere Internet in quattro semplici passaggi, ma l’unico che abbiamo potuto ricordare è l’ultimo: il profitto. Così, invece, ecco alcuni pensieri casuali …
105. Dobbiamo sostenere gli artisti e i creatori che ci portano delizia o alleviano i nostri fardelli.
106. Dovremmo avere il coraggio di chiedere l’aiuto che ci serve.
107. Abbiamo una cultura carente sulla condivisione e leggi carenti sul diritto d’autore. Il copyright ha il suo ruolo, ma in caso di dubbio, lascialo aperto.
108. Nel contesto sbagliato, ognuno è uno stupido. (Noi pure. Ma questo lo sapevate già.) Quindi, se stai invitando della gente a fare una nuotata, pubblica le regole. Tutti i troll, fuori dalla piscina!
109. Se le conversazioni nel tuo sito vanno male, è colpa tua.
110. Ovunque la conversazione stia accadendo, nessuno ti deve una risposta, non importa quanto ragionevole sia il tuo argomento o quanto vincente il tuo sorriso.
111. Sostieni le imprese che sono sinceramente sul Web. Le riconoscerai non solo perché sembrano come noi, ma perché sono dalla nostra parte.
112. Certo, le applicazioni offrono una bella esperienza. Ma il Web si basa su collegamenti che mandano costantemente fuori, collegandoci senza fine. Per la vita e le idee, il passaggio concluso è la morte. Scegli la vita.
113. La rabbia è una patente di stupidità. Le strade di Internet sono già affollate di guidatori patentati.
114. Vivi i valori che vuoi che Internet promuova.
115. Se hai parlato per un pò, stai zitto. (Noi lo faremo molto presto.)

c. Stare insieme: la causa e la soluzione ad ogni problema .

116. Se ci siamo concentrati sul ruolo del popolo della Rete – voi e noi – nella caduta in disgrazia di Internet, è perché abbiamo ancora la fede con cui abbiamo iniziato.
117. Noi, il Popolo della Rete, non abbiamo un’idea di quanto possiamo fare insieme, tanto siamo ancora lontani dall’avere finito di inventare come stare insieme.
118. Internet ha liberato una forza antica – la gravità che ci tiene insieme.
119. La forza di gravità dei legami è l’amore.
120. Lunga vita all’Internet aperta.
121. Che noi si possa avere a lungo l’Internet che amiamo.
formazione, , strumenti
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